HAI UNA DOMANDA?

Alcune rapide risposte alle domande più frequenti

Pagaiare è un esercizio fantastico: è divertente, contribuisce al miglioramento delle capacità cardiovascolari, del tono muscolare, della scioltezza e si pratica a contatto con la natura, nel rispetto di essa senza assolutamente interferire su l’ecosistema che ci circonda.

Fare un corso per poi conseguire una certificazione nazionale Pagaia Azzurra permette di praticare questa bellissima attività in sicurezza contribuendo ad accrescere la fiducia in se stessi oltre a dare l’opportunità di condividere con altri la gioia dei propri progressi e della propria preparazione in gruppo.

Andare in kayak in mare è un ottimo esercizio aerobico che riduce tensioni e stress.

Questa è la prima domanda che ci fanno!

La risposta è semplice: nessuna ma…

Occorre definire bene che vogliono dire:
Le CANOE sono tutte le imbarcazioni che hanno come propulsione la Pagaia (che può essere a pala singola o doppia).
Le PAGAIE si differenziano dal REMO perché non sono collegate all’imbarcazione (ad esempio i pattini a remi hanno gli scalmi, quindi non sono canoe).
I KAYAK sono le uniche canoe che se ci si ribaltano, volendo, permettono al pagaiatore di non uscire dall’acqua e far entrare l’acqua all’interno e questo permette di rimettere l’imbarcazione in posizione (tramite il roll o eskimo) e continuare la navigazione.

Quindi come dire che un kayak è la Mountain bike, e la canoa la bicicletta.

Quindi andare in kayak e andare in canoa… in line di massima è la stessa cosa!

Pagaia Azzurra è il sistema di certificazione nazionale della FICK che codifica in più livelli la tecnica individuale dello sportivo, la sua capacità di procedere in sicurezza ed eseguire salvataggi in acqua rispettando l’ambiente naturale in cui si muove. Il sistema di certificazione Pagaia Azzurra introduce alla pratica dello sport e accompagna il pagaiatore fino al conseguimento delle certificazioni corrispondenti alla sua preparazione. La certificazione Pagaia Azzurra, già operativa nella disciplina Sea Kayak per i livelli 1, 2 e 3, arriverà a contemplare in futuro sempre più discipline (White Water, Open Canoe, ecc.) fino al livello 5.

Altre info QUI.

La certificazione Pagaia Azzurra consente di:

  1. Esibire una certificazione secondo uno standard comune e riconosciuto presso i paesi aderenti all’EPP (Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Inghilterra, Irlanda, Italia, Norvegia, Slovenia, Svezia);
  2. Completare la propria formazione, nella propria disciplina, in uno qualsiasi dei paesi aderenti all’EPP;
  3. Proseguire la propria formazione iniziata all’estero in Italia;
  4. Affittare canoe o kayak presso centri italiani ed europei che sempre più spesso vengono affittati esclusivamente a fronte di una certificazione nazionale riconosciuta.
  5. Iniziare un percorso formativo con una crescita progressiva, necessario per accedere al programma di formazione per Tecnici FICK.

La risposta è SI se si vuole pagaiare in sicurezza, acquisendo una buona tecnica e divertirsi di più!
Esistono diverse buone ragioni: alcune tecniche non sono così naturali ed un buon istruttore può dare degli ottimi suggerimenti abbreviando i tempi.
Inoltre è meglio sviluppare buone abitudini piuttosto che rinforzare dei vizi.

Un buon istruttore qualificato FICK ed una buona tecnica per divertirsi di più, in sicurezza!

Il kayak da mare è più chigliato, più lungo, più veloce, pensato per procedere in linea retta per meglio seguire la rotta. Nell’ambiente fluviale la propulsione è in massima parte dovuta alla corrente, il kayak da fiume deve essere necessariamente più manovrabile dovendo muoversi anche in spazi più angusti. Il kayak da mare lavora nel mare aperto, dove il coprire le distanze con efficienza risulta importante.
Entrambe le tipologie sono disegnate per affrontare acque mosse, assumendo che i pagaiatori abbiano la necessaria abilità.

Il TIMONE su un kayak da mare serve per modificare la direzione ma non è necessario, anzi in certi casi risulta scomodo e ingombrante.

Il timone non aiuta molto nelle manovre; una buona capacità di pagaiata è molto più efficiente in questo senso.
Un abile pagaiatore è in grado di manovrare in qualsiasi condizione giocando anche sull’inclinazione dello scafo per compensare l’azione del vento e quella del mare. Un buon consiglio è quello di imparare a governare il kayak utilizzando il timone solo quando è strettamente necessario.
Si consiglia comunque il timone su kayak particolari come il kayak doppio o altre canoe come il surfsky.

Lo SKEG o pinna di deriva ha uno scopo più preciso, aiutare a mantenere la rotta in presenza di correnti o venti non favorevoli alla rotta. Molti modelli di kayak da mare hanno un comportamento orziero, cioè la loro prua tende a girare contro il vento; lo skeg può essere usato per compensare questa tendenza, aiutando quindi a mantenere la rotta dando allo stesso tempo un senso di maggiore stabilità, lo skeg è molto spesso a scomparsa, cioè possiamo decidere, tramite una leva in coperta, di decidere di quanto deve estrarsi, consentendo di dosare il suo “aiuto” in navigazione.
Molti kayak da mare lo hanno di serie o come optional, il consiglio è comunque se possibile di averlo.

Assolutamente NO!

Il Paraspruzzi che si indossa in un kayak serve per impedire all’acqua di entrare all’interno dello scafo (nel pozzetto). Ciò forse rappresenta una delle maggiori peculiarità di questa imbarcazione. Il paraspruzzi, che ci “lega” al kayak, può essere facilmente sganciato tirando la maniglia ad esso cucita. Fatto questo si è immediatamente liberi. Paradossalmente i pagaiatori più esperti si pongono il problema opposto, cioè quello di trovare dei paraspruzzi che ben si adattano al pozzetto e che non si distacchino ad esempio durante la navigazione o durante le manovre.

Il kayak da mare è una imbarcazione molto efficiente. Mediamente un pagaiatore può tenere una velocità di 3 nodi. Un forte kayaker può mantenere una velocità di crociera di 4 nodi ed effettuare degli sprint di 5 o 6 nodi, ciò dipende anche dal disegno del kayak. Altri fattori che incidono sono la forza, l’endurance, le condizioni meteorologiche in generale.

I kayak non sono “instabili”, le persone sì😆 !

Molti modelli sono più stabili di quanto noi possiamo pensare. Le eccezioni riguardano in particolare modo i kayak da gara, disegnati per competizioni in acqua ferma. Sia i kayak fluviali che quelli marini sono adatti per condizioni di acqua mossa.
Molti modelli presentano una stabilità primaria bassa ma come si acquista un poco di velocità la stabilità secondaria aumenta in maniera sorprendente; questo significa che una barca che si inclina facilmente (bassa stabilità primaria) arriva ad un punto dove la sua resistenza a capovolgersi è alta (elevata stabilità secondaria). L’abilità ad inclinare lo scafo assume una importanza notevole in presenza di onda e di manovra; sapere gestire l’inclinazione dello scafo ci fa sentire più sicuri e sciolti.

Più del necessario! Chiaramente dipende dal modello; kayak ad alto volume caricano più attrezzatura. In generale tutti i kayak da mare hanno uno spazio tale da permettere di caricare materiale per il campeggio, cibo e bevande. Possiamo tranquillamente affermare che entra più materiale nei gavoni di un kayak rispetto ad uno zaino di un escursionista. È sicuramente ottima cosa stivare il nostro materiale in sacche stagne di piccola o media taglia piuttosto che utilizzare un’unica grande sacca.

A differenza di quanto si creda, i Kayak di vetroresina sono tutt’altro che fragili.

I modelli moderni costruiti in materiale composito sono molto resistenti. Queste imbarcazioni sono soggette a forti stress; spesso sbarcano su spiagge ciottolose, sono poggiate su superfici ruvide, subiscono la potenza dei frangenti. Si possono vedere dei graffi più o meno evidenti al livello del gel coat (lo strato di resina più esterno), ma questi non rappresentano un danno strutturale… sono solo segni di “vissuto”. La vetroresina consente anche delle riparazioni semplici da eseguire.

Assolutamente sì!

A questo riguardo è bene adattare il pozzetto alle proprie misure per avere un migliore controllo dello scafo. Le prime tecniche che vanno imparate sono sicuramente i colpi propulsivi ed i salvataggi. Se si vuole pagaiare in presenza di onda o in mare aperto diventa necessario saper effettuare l’eskimo o roll: ciò incrementerà la nostra confidenza con il Mezzo kayak ed aumenterà i nostri margini di sicurezza.

Certo che si può! Addirittura un kayak carico è spesso più facile da manovrare una volta che siamo sottosopra.

La sensazione è differente: eseguire un eskimo con un Kayak carico da la sensazione di eseguire la manovra al rallentatore. Un aspetto positivo è dato dal fatto che i Kayak da mare ben caricati sono più stabili a meno che non siano pieni d’acqua. In quel caso la stabilità si riduce ed è più difficile rimetterli in posizione con un eskimo. Per questo è importante trovare il giusto paraspruzzi.